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Tenuto conto del fatto che è uno dei primi fiori che tappezza i prati mentre finisce l’inverno, ancor prima di primule e violette, che è un’infestante tappezzante ed ha dei fiori di un blu intenso, chi non la conosce? Io, da poco, ho anche scoperto che è commestibile e ricca di proprietà. Qui viene spontanea nel prato del giardino e nella prateria che si sta formando dopo aver bonificato il bosco da 20 o più anni di rovi.


👁‍🗨 CHECK 02-2024: 🟢


Veronica persica

Veronica comune (nome scientifico Veronica persica Poir., 1808) è una pianta erbacea annua appartenente alla famiglia delle Plantaginaceae.

Etimologia

Il nome generico (Veronica) deriva da Santa Veronica, la donna che secondo la tradizione cristiana diede a Gesù un panno per asciugare il suo volto sulla via del Calvario. Alcune macchie e segni sui petali della corolla di questo fiore sembrano assomigliare a quelli del sacro fazzoletto di Veronica. Per questo nome di pianta sono indicate altre etimologie come l’arabo “viru-niku”, o altre derivate dal latino come “vera-icona” (immagine vera). L’epiteto specifico (persica) è in riferimento alla Persia, oggi Iran, da cui provenivano i campioni su cui venne istituita la specie.

Il nome scientifico della specie è stato definito dal botanico ed esploratore francese Jean Louis Marie Poiret (San Quintino, 11 giugno 1755 – Parigi, 7 aprile 1834) nella pubblicazione “Encyclopedie Methodique. Botanique. Paris” (Encycl. 8: 542. 1808) del 1808.

Tra i nomi comuni questa pianta è anche chiamata “occhio della Madonna“, per la delicata bellezza dei fiorellini colore azzurro chiaro.

Riproduzione

Impollinazione: l’impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama). I fiori sono bottinati dalle api se non ci sono altre fioriture importanti concomitanti, ma ne ricavano poco nettare e poco polline.

Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l’impollinazione dei fiori (vedi sopra).

Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).

FONTE


IMPORTANTE: La VERONICA non è il “NONTISCORDARDIME” ( Myosotis!!!

Miti e folklore

Myosotis nella Siberia orientale

Secondo la tradizione la denominazione di “non ti scordar di me” sarebbe legata a una leggenda germanica secondo la quale Dio stava dando il nome alle piante quando una piantina, ancora senza nome, gridò: “Non ti scordar di me, Dio!” e Dio replicò: “Quello sarà il tuo nome!”.

Secondo una più recente leggenda sarebbe invece legata ad un avvenimento occorso lungo il Danubio, in Austria: si narra che un giorno due innamorati stessero passeggiando lungo il Danubio, scambiandosi tenerezze e promesse d’amore. Rimasero affascinati dai piccoli fiori azzurri trasportati dalla corrente del fiume: il ragazzo si chinò per raccoglierne uno e donarlo alla sua amata ma scivolò e cadde in acqua, gridandole “Non ti scordar di me!” come saluto estremo prima di essere inghiottito. L’evento è narrato in una cantata di Anton Bruckner.

Dagli antichi era chiamato erba sacra ed era usata nella preparazione di medicamenti per gli occhi. Plinio il Vecchio dice che il fiore era considerato un simbolo di salvezza dal dolore e da ciò che potesse incupire la vita.

Nella Germania del XV secolo, chi indossava il fiore non sarebbe stato dimenticato dalla propria amata; mentre le donne lo indossavano come segno di fedeltà. Infatti questo fiore è spesso ritenuto il simbolo per eccellenza della fedeltà e dell’amore eterno.

Il “non ti scordar di me” è stato adottato a livello internazionale come fiore ufficiale della Festa dei nonni.

La Massoneria usa il “non ti scordar di me” per ricordare i massoni vittime del regime nazista. I massoni tedeschi, infatti, si riconoscevano tramite questo simbolo, al tempo segreto, dato che il Terzo Reich aveva messo al bando le associazioni massoniche e deportava i massoni quali “dissidenti politici”.

Il non ti scordar di me è individuabile nel fiore azzurro, simbolo d’ispirazione centrale e durevole del movimento letterario del Romanticismo, ideato dal poeta e filosofo romantico tedesco Novalis nel suo incompleto romanzo di formazione Heinrich von Ofterdingen. Rappresenta il desiderio, l’amore e lo sforzo metafisico di accostarsi all’infinito e all’irraggiungibile, tratti tipici della corrente romantica.

 


Veronica Persica Veronica persica (Fam. Plantaginaceae)

SEGNI PARTICOLARI: Tappezzante, piccoli fiori azzurri.

In inverno i suoi germogli iniziano a spuntare in gruppi più o meno estesi un po’ ovunque, potendo così tappezzare ampie superfici di terra senza dover competere con altre erbe ancora dormienti. A gennaio si osservano le prime fioriture nei luoghi ben esposti e non troppo freddi. I petali appaiono striati longitudinalmente con bande di azzurro più scuro rispetto allo sfondo.

DOVE LA TROVI: Orti, prati, giardini, campi coltivati, incolti…

Diffusa un po’ ovunque, è una pianta facile da notare per la sua precoce comparsa negli orti, nei campi e nei giardini. Difficile non notarla vista la sua fioriutura e il suo portamento tappezzante che ben si adatta alle diverse tipologie di terreno.

UTILIZZI: Misticanze, tisane.

I germogli hanno gusto delicato; man mano che la pianta cresce e si sviluppa, il suo sapore vira verso toni amari restando tuttavia commestibile. Ottima in misticanza e per tisane prima e dopo il pasto, magari con l’aggiunta di un po’ di Menta.

PROPRIETA’: Amaro-toniche, digestive, espettoranti, diuretiche.

E’ considerata a tutti gli effetti una pianta officinale con proprietà toniche, aperitive, digestive, espettoranti e diuretiche. Contiene un discreto quantitativo di vitamina C.

CURIOSITA’:

Il nome generico è di etimologia incerta: secondo alcuni deriva dalla leggenda della Veronica, la donna che pulì il volto di Cristo con un fazzoletto prima della crocifissione, alludendo alle venature più scure nella corolla presto caduca di alcune specie o al fatto che molte specie fioriscono precocemente durante la settimana santa; altri invece pensano che sia legato a Santa Veronica da Binasco (1445-1497).

FONTE