Fonsai, Paolo Ligresti si costituisce

SANDRO DE RICCARDIS
MILANO. Dopo due anni di latitanza, svanito l’incubo del carcere, ieri pomeriggio Paolo Ligresti si è costituito al valico di frontiera di Chiasso, tra l’Italia e la Svizzera, dov’erano ad aspettarlo i militari del Nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza.
A carico del figlio di Salvatore Ligresti pendeva, dal luglio del 2013, un’ordinanza di custodia in carcere per aggiotaggio e falso in bilancio in uno dei filoni dell’inchiesta Fonsai, e da allora il rampollo dei Ligresti era riparato in Svizzera. Nei giorni scorsi però, tramite i suoi legali, Ligresti aveva dato la sua disponibilità a rientrare in Italia e dare il consenso all’estradizione, purchè la detenzione in carcere venisse convertita in arresti domiciliari. Una richiesta accolta dal gup di Milano Andrea Ghinetti.
«È tornato in Italia per presentarsi nel procedimento e difendersi » ha spiegato ieri il suo legale, l’avvocato Davide Sangiorgio. Valutata positivamente dal gup, la volontà dell’indagato di consegnarsi, una disponibilità che avrebbe fatto venir meno il pericolo di fuga.
Anche il rischio di reiterazione del reato, contestato nell’ordinanza del 2013, secondo il gup sarebbe ormai di molto attenuato, dato che Paolo Ligresti non ricopre ormai cariche societarie e visto il tempo passato dalla presunta commissione dei reati.
L’ordinanza che ha mutato la misura cautelare è stata trasmessa nei giorni scorsi dai giudici milanesi alle autorità svizzere, che finora avevano sempre negato l’ok all’estradizione (anche perché Paolo Ligresti è cittadino svizzero). Ora, come ha espresso il suo legale, potrà partecipare al processo e difendersi. Già nelle prossime settimane potrebbe essere interrogato dal gup, all’interno dell’udienza preliminare che si è aperta nei mesi scorsi.
Quella di ieri è solo l’ultima tappa di una vicenda giudiziaria partita ormai due anni fa, nel luglio 2013, quando Paolo, suo padre Salvatore, le sorelle Jonella e Giulia, sono state raggiunte da un’ordinanza di custodia cautelare. Poi però per Paolo Ligresti, accusato di aggiotaggio e falso in bilancio aggravato, e per i consulenti di Fonsai, Pier Giorgio Bedogni e Fulvio Gismondi, il gup di Torino, nel marzo 2014, aveva disposto la trasmissione degli atti a Milano, accogliendo l’eccezione di incompetenza territoriale presentata dall’avvocato Sangiorgio.
Il nuovo filone, “Fonsai - bis”, è finito nelle mani del pm milanese Luigi Orsi che ha ottenuto il rinnovo della misura cautelare in carcere a carico di Paolo.
A Torino sono invece rimasti i filoni processuali che vedono imputati, tra gli altri, Salvatore Ligresti e la figlia Jonella, dopo che Giulia ha patteggiato una pena di due anni e otto mesi. Nell’udienza preliminare che proseguirà domani, Unicredit, Consob e circa duemila ex azionisti sono stati ammessi come parti civili.
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