Articolo del 23 GIU 2015, ma scritto veramente bene e sempre utile. Il sito fonte non è citato poiché non è più online.

I rischi in rete: il furto di identità e altre tipologie di frodi

Il furto di dati personali e sensibili a scopo di frode è un crimine vecchio quanto il mondo. Esiste da sempre, e numerosissimi sono i casi che riempiono le cronache e le pagine di ogni epoca.
L’avvento del web tuttavia ha riportato in auge il problema, poiché la rete consente nuove opportunità di truffa ai moderni criminali, che si sono rapidamente adattati alle nuove tecnologie trovando diversi sistemi per carpire preziose informazioni e raggiungere i propri scopi illeciti.
Con l’evoluzione digitale, infatti, si sta assistendo ad una crescita smisurata del fenomeno del furto d’identità, inteso come appropriazione indebita di informazioni personali di un soggetto con lo scopo di commettere in suo nome atti illeciti a fini di guadagno personale.
L’apertura alla rete, l’uso massiccio della posta elettronica, la diffusione delle transazioni telematiche e l’utilizzo crescente di social network e chat al fine di condividere informazioni, contenuti ed esperienze, ha infatti favorito e incrementato la circolazione di dati personali, rendendo i navigatori sempre più vulnerabili rispetto alla possibilità di essere vittima di questo pericolo, con conseguenti gravi danni economici e sociali.

Che cos’è

Vi potreste chiedere cosa vuol dire precisamente la frase “furto di identità” . La stessa potrebbe evocare l’immagine di qualcuno che, stando in piedi all’angolo della strada, grida: “Fermate quell’uomo mi ha appena rubato la mia identità! ” E, ironicamente, il poliziotto gli chiede “Chi sei?”.
Nella legislazione italiana non esiste una normativa specifica sul furto di identità ed il reato è punito con l’articolo 494 del Codice Penale, ovverosia la “Sostituzione di persona”.
Trattandosi di reati che, spesso, operano a livello transnazionale – come per la totalità dei reati relativi al c.d. “cybercrime”- sono in corso studi per identificare, prevenire e combattere il fenomeno a livello Europeo, con forte interesse da parte della stessa Comunità Europea che, consapevole dell’assenza, in molti Stati membri, di una legislazione penale specifica per il furto d’identità e che tale condotta viene generalmente punita in base a leggi relative ad altri reati quali frode, falsificazione di documenti, violazione d’identità ecc, nell’agosto 2009 ha bandito una gara per uno studio comparato sulle norme nazionali applicabili al furto d’identità proponendosi di valutare la necessità di adottare misure pertinenti, inclusa una legislazione europea che fornisca una definizione specifica del furto d’identità e ne preveda la perseguibilità.
In assenza di una precisa definizione normativa, per furto di identità, si può intendere ogni azione intrapresa al fine di ottenere in modo fraudolento un’informazione individuale, relativa sia a persone fisiche che ad aziende, con l’intento di utilizzare identità o dati personali altrui per scopi illeciti.
Si parla poi di furto di identità Totale quando l’appropriazione indebita di identità altrui si consuma attraverso l’uso di nome e/o caratteri di altre persone, realmente esistenti, inesistenti e talvolta decedute o Parziale allorquando si procede all’utilizzo solo di alcuni dati falsi (ad esempio dati anagrafici falsi e recapiti veri oppure utilizzo di dati anagrafici e recapiti veri, ma informazioni personali false (falsificazione della busta paga, modello unico, cedolino pensione, ecc.) per ottenere, per esempio, un buon merito creditizio.

Come avviene

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un cambiamento di abitudini e stili di vita che hanno sicuramente contribuito al moltiplicarsi delle occasioni in cui è possibile raccogliere, immagazzinare, processare, aggregare, collegare, analizzare e trasferire vaste quantità di dati. Internet, per esempio, è un mondo pieno di opportunità e vantaggi, ma al suo interno innumerevoli sono le fonti di rischio per chi naviga senza prendere le giuste precauzioni e altrettanto innumerevoli sono le occasioni, per i malintenzionati, di apprendere il nostro nome, indirizzo, data di nascita, codici di accesso, carta di credito, conto corrente o il numero di patente.
Oggi infatti la maggior parte delle identità vengono trafugate sfruttando Internet come mezzo: attacchi di Phishing per i conti bancari, finte “offerte di lavoro” per riciclare denaro sporco, richieste quasi sempre eccessive di dati ed informazioni personali. Con questi dati i criminali, generalmente, aprono micro-finanziamenti, acquistano servizi su Internet, aprono o accedono a conti bancari e relative carte di pagamento, ecc.
Ma di certo non è solo l’uso di internet che comporta il rischio di fornire inconsapevolmente dati personali e spesso sono gli stessi nostri comportamenti e abitudini a renderci complici dei truffatori. Durante l’arco della giornata, invero, corriamo il rischio di subire un furto d’identità molte volte anche se non ce ne rendiamo conto. Le tecniche usate sono diverse, come diversi sono gli obbiettivi di chi li mette in atto; ecco alcuni possibili modi in cui la nostra identità può essere rubata:

Trashing

Non è raro che i criminali rovistino come gatti tra i rifiuti domestici a caccia di estratti conto della carta di credito e bancari, moduli di domanda, fatture e ricevute ma anche vecchie bollette delle utenze domestiche, vecchi contratti di assicurazione o di finanziamento, lettere personali e perfino le buste o gli involucri in cui sono custoditi giornali e depliant. Sono tutti documenti ritenuti non importanti ma che, in realtà, possono fornire informazioni preziose ed essere utilizzati per ordinare merce, rubare soldi o addirittura commettere furti di identità su larga scala.
Oggi il trashing si fa attraversi eBay dove la gente mette in vendita cellulari e Pc usati senza preoccuparsi di cancellare per bene i dati personali dalla memoria.
Furto e controllo della posta privata I truffatori possono ricevere un’ingente quantità di informazioni se, a seguito di un cambio di residenza, ci si dimentica di comunicare la variazione di indirizzo alle poste, alla banca, ecc.
Contatti indesiderati. Spesso i truffatori contattano la vittima dichiarandosi incaricati di una banca o di un’azienda con cui si intrattengono rapporti commerciali chiedendo di aggiornare i dati personali. Altre volte si presentano come ricercatori di mercato e richiedono informazioni personali.
Furto o smarrimento della borsa o del portafoglio. Le borse e i portafogli contengono bancomat, carte di credito, documenti di identità, tessere personali, ecc. Ci accorgiamo relativamente presto di essere stati derubati ma sovente realizziamo troppo tardi il valore effettivo delle informazioni contenute nell’oggetto sottratto, non di rado, intenzionalmente per la sottrazione di dati ed informazioni.

Skimming

Consiste generalmente nella clonazione di una carta di credito La parola deriva dal verbo inglese to skim (strisciare) da cui la parola skimmer che è il dispositivo utilizzato per memorizzare i contenuti delle bande magnetiche delle carte di pagamento.
L’uso improprio di questi dispositivi, la loro manomissione, fino ad arrivare addirittura alla sostituzione dello skimmer originale con uno appositamente installato per leggere e registrare i contenuti delle carte magnetiche che vengono fatte “strisciare” al suo interno, ha portato alla nascita di questa una nuova tecnica criminale e skimming è oggi utilizzato per descrivere in generale le truffe compiute ai danni di possessori di carte di credito, bancomat, carte prepagate etc. attraverso un utilizzo illecito di dispositivi di lettura delle stesse (skimmer e P.O.S.).
Furto dell’identità di un deceduto. Anche i necrologi e le pubblicazioni funebri possono diventare occasioni ghiotte per i malintenzionati che svolgono attività criminali utilizzando l’identità di persone decedute, ottenendo informazioni sulla loro età, data di nascita ed indirizzo.
Cellulare Mediante l’invio di messaggi, con il falso pretesto della notifica di una vincita o altro, la vittima viene indotta a prendere contatti (link, numeri da chiamare, ecc.) che hanno come scopo ultimo l’estorsione di dati personali.
Tramite questionari: spesso ci vengono inviati per posta, o li troviamo su internet. Se sono molto lunghi, il compilatore non si accorge che sta fornendo ad estranei delle informazioni private.
Tramite… noi stessi: a volte ci capita, inconsciamente, di raccontare in pubblico fatti che ci riguardano (nell’anticamera del dottore, al supermercato durante la fila alla cassa…), non sapendo che per un ascoltatore interessato possiamo essere una miniera di dati…

….e nel mondo virtuale

Phishing: storpiatura della parola inglese che significa pescare, usa spesso finte email come una vera e propria esca. Si avvale infatti di un messaggio e-mail dall’aspetto ufficiale in apparenza proveniente da un istituto di credito o di una società che fornisce servizi a mezzo Internet. Nel testo del messaggio i truffatori presentano improcrastinabili esigenze di sicurezza che si traducono nell’invito perentorio a modificare i codici di accesso personali ai conti online, cliccando su di un link. Accedendo a tale link, l’utente vedrà configurarsi davanti a sé una pagina web uguale a quella del proprio istituto di credito. Il correntista in buona fede inserisce i propri dati d’accesso e i phiser portano a segno il colpo perché “rubano l’identità digitale” del malcapitato utilizzando i dati inseriti in questo sito fittizio per prelevare denaro dai conti correnti delle vittime, fare acquisti o transazioni a loro nome.
Vishing, è l’ ultima evoluzione del phishing legato all’utilizzo del Voip, ovvero le telefonate via internet. Può succedere che il cyber criminale si spacci per una banca, facendo addirittura comparire il vero numero dell’istituto di credito sul display dell’utente, spingendo, così facendo, l’utente a comunicare i propri dati di accesso per risolvere fantomatici problemi o rendere di nuovo sicuro il proprio account. Ma il criminale può anche attaccare i call center che le banche delocalizzano ad esempio in Romania perchè più economici e, con l’aiuto di potenti software, riesce a carpire i dati dell’utente senza che nè l’utente nè la banca se ne accorgano.
Pharming è una ulteriore tecnica fraudolenta che sempre più spesso si sta accompagnando al phishing. Mentre il phisher, generalmente, carpisce la buona fede degli utenti di internet attraverso falsi messaggi confidenziali, con il Pharming l’inganno è ancora più occulto.
La truffa consiste nel realizzare pagine web identiche ai siti già esistenti (banche, assicurazioni, softwarehouses etc.) in modo che l’utente sia convinto di trovarsi, ad esempio, nel sito della propria banca e sia indotto a compiere le normali transazioni sul proprio conto on-line. Una volta digitate le credenziali (password e user ID) del proprio conto, sarà semplice recuperarle, tramite keylogger o troiani, per utilizzarle a fini fraudolenti.
Sniffing: è così chiamata l’attività di intercettazione passiva dei dati che transitano in una rete telematica attraverso prodotti software detti sniffer volta a monitorare e diagnosticare problematiche di rete ma può essere utilizzata in modo fraudolento per intercettare informazioni sensibili di terzi, come login e password di accesso ad un determinato servizio.
Web: Potremmo ritenere di non essere appetibili perché il nostro conto corrente bancario è cosa ben grama ma agli hacker potrebbero non interessare i nostri soldi quanto i nostri dati personali. L’informatica e le nuove tecnologie hanno creato rischi fino a ieri impensabili e poco conosciuti dai consumatori; l’uso di internet ci espone a pericoli sottovalutati o spesso sconosciuti.A tutti coloro che usano internet viene chiesto regolarmente di fornire informazioni personali per poter accedere a determinati siti o per poter acquistare beni e servizi. Spesso queste informazioni viaggiano sulla rete in chiaro e non in modalità protetta. Un crescente numero di utenti, inoltre, sta fornendo un’elevata quantità di dati personali a blog, siti chat, social networks come MySpace e Facebook e questo ha attratto molto l’attenzione di hacker e malintenzionati. Sia i motori di ricerca che i social network sono da considerarsi un sistema di equazioni per poter risolvere le variabili mancanti: basta conoscere alcuni dati per poter trarne di nuovi. Quando immettiamo i nostri dati in un social network, ad esempio nome, luogo e data di nascita, questi dati sono sufficienti per trarne il codice fiscale e il codice fiscale è sufficiente a sua volta per ottenere altre informazioni. I dati personali infatti hanno un mercato vastissimo e milionario: con essi si fabbricano documenti falsi, transazioni allo scopo di riciclaggio di denaro sporco, intestazioni di false polizze assicurative, contratti di finanziamento e così via. Ma vi è di più, sta infatti avanzando la problematica, soprattutto tra i più giovani, legata al furto d’identità non inteso in senso strettamente economico, ma attuato attraverso l’appropriazione indebita di profili di social network utilizzati ad esempio, per ledere l’immagine o la professionalità di terzi.

Perché rubare l’identità

Quando ad essere vittima di questo reato è una persona fisica il criminale è portato ad aprire conti correnti bancari, emettere assegni contraffatti o azzerare il conto corrente del malcapitato. Può inoltre richiedere un finanziamento o acquistare merci con la formula del pagamento rateale e poi sparire con il bottino che formalmente è stato acquistato a nome della vittima ed ancora richiedere carte di credito o aprire un conto telefonico. Quando la vittima è invece un’azienda è possibile che i malviventi accedano ai pubblici registri e cambino i nomi dei titolari dell’azienda ed i loro indirizzi ottenendo così beni e servizi, richiedere forniture e finanziamenti senza adempiere a nessun pagamento e screditando il buon nome dell’azienda. Possono altresì procurarsi le firme degli intestatari dei conti correnti ed utilizzarle per compiere furti d’identità e di denaro, a discapito dell’azienda.

La dimensione e la conoscenza del fenomeno

Di tutto questo, l’utente italiano medio, secondo quanto emerge da una ricerca, condotta da Unicri (agenzia delle Nazioni Unite attiva nel campo della prevenzione del crimine e della giustizia criminale), prima con alcune interviste mirate faccia a faccia e poi con 800 telefonate a un campione rappresentativo della popolazione italiana, non sa nulla, o quasi. Un terzo circa (31,3 %) conosce il phishing, e un sesto il trashing, per il resto è buio pressoché totale per nove su dieci intervistati. C’è un mix di confusione, assenza di percezione, rassegnazione (“sono cose che capitano”), associati a una versione romanzata e cinematografica del fenomeno da parte di chi non ne è mai stato vittima. Chi invece ci è incappato, non se ne dimentica facilmente e, oltre ai danni economici, si porta dietro un vissuto di rabbia e depressione latente, specie nelle donne, assieme al timore di conseguenze negative dirette o indirette sui propri cari.
Secondo i dati raccolti il 25, 9 % degli italiani è stato esposto a un potenziale furto di identità – riusciti o meno – nel corso dell’ultimo anno, il che significa poco meno di otto milioni di persone. Il rischio di incappare in brutte sorprese, dunque, esiste ed anche abbastanza elevato ma nonostante ciò, solo il 38,9 % degli intervistati si dice molto preoccupato del fenomeno.
Per arginare il fenomeno del furto di identità, in continua espansione, e rispondere alle richieste dei consumatori Adiconsum, una delle più rappresentative associazioni italiane dei consumatori, ha istituito, in collaborazione e con il sostegno di Fellowes-Leonardi, un Osservatorio permanente con l’obiettivo di monitorare l’andamento del fenomeno e la sua evoluzione, informare i cittadini sui rischi e fornire consigli per la prevenzione e assistenza in caso di furto.

Come prevenire il furto d’identità

Se sappiamo come informarci e come proteggerci le possibilità di essere truffati diminuiscono. Ma soprattutto, gestendo le informazioni personali attentamente, potrete ridurre la probabilità di essere vittima di un furto d’identità! Per prevenire occorre modificare i pregiudizi, combattere la disinformazione e predisporre dei comportamenti di difesa.
Distruggere tutti i documenti è la soluzione migliore per assicurarsi che i criminali non possano ricostruire il vostro profilo basandosi su quanto contenuto nei documenti che gettate nella spazzatura. Prima di gettare i documenti nell’immondizia, distruggete tutto e se potete utilizzate sia al lavoro che a casa un distruggi documenti. In mancanza buttate i pezzetti di carta in contenitori diversi o giorni diversi: la raccolta differenziata agevola i possibili malfattori. Non stampate estratti-conto bancari o postali, fotocopie dei documenti di identità, contratti di lavoro in ufficio o in luoghi pubblici e ricordatevi di usare, per documenti confidenziali, sempre l’apposita macchina distruggi-documenti per evitare che questi possano cadere nelle mani sbagliate.
È molto importante controllare periodicamente estratto conto o lista movimenti per verificare addebiti ingiustificati e laddove questi tardino ad arrivare è bene contattare la propria banca per chiarimenti. E’ utile attivare servizi che consentono di monitorare la situazione economica come ad esempio aderire al servizio di invio di SMS sul vostro cellulare quando viene eseguito un pagamento con carta di credito o ricevere un consuntivo degli utilizzi effettuati nel giorno precedente tramite una e-mail.
Conservate al sicuro tutto ciò che contiene dettagli personali, come il passaporto, la patente, le bollette e gli estratti conto, limitate inoltre il numero di documenti che portate con voi ed evitate di conservarli tutti nello stesso posto, specie se siete in viaggio o di lasciare incustoditi la borsa o la giacca che li contiene. Assicuratevi che la vostra posta sia al sicuro, finché non la ritirate, optando, per esempio, per l’uso di una cassetta chiusa con lucchetto o per il fermoposta quando, per lavoro o per vacanza, siete lontani da casa. . Se dovete spedire dei documenti che contengono informazioni personali, sarebbe opportuno utilizzare posta tracciabile, ad es. raccomandata o assicurata; chiedete comunque all’ufficio postale di consigliarvi il metodo più sicuro.
Se siete fermati per strada o contattati telefonicamente o via posta siate molto cauti nel dare le vostre informazioni personali, cercando di capire sempre con chi state parlando. Prestate attenzione a tutti coloro che vi contattano inaspettatamente richiedendovi informazioni personali o dettagli del vostro conto, anche se affermano di essere incaricati dalla vostra banca, dalla polizia o da qualsiasi altra organizzazione. Richiedete loro nome e recapito telefonico ed effettuate tutte le verifiche del caso. Se possibile, recatevi di persona nella sede dell’organizzazione da cui ricevete la comunicazione, per essere certi di non cadere nelle mani dei criminali.
Se non vi vengono recapitate le bollette delle utenze contattate immediatamente le società di servizio perché una bolletta mancante potrebbe significare che un truffatore è venuto a conoscenza del conto della vostra carta di credito e ha modificato l’indirizzo.
Se invece avete intenzione di trasferirvi, comunicate al più presto il cambiamento alla vostra banca, al fornitore della carta di credito e ovviamente a tutte le organizzazioni con cui intrattenete rapporti. Chiedere alle Poste Italiane di attivare un servizio di inoltro è un buon modo per esser certi che tutta la posta vi venga inviata al nuovo indirizzo e per ridurre il rischio che le vostre informazioni personali cadano in mani sbagliate. Se avete intenzione di stare fuori casa per un lungo periodo di tempo, contattate le Poste Italiane, richiedendo loro di poter usufruire di servizi che vi permettano di affidare la vostra corrispondenza all’ente postale, fino al vostro ritorno .
Quando firmate una ricevuta di una carta di credito controllatela attentamente perchè alcuni casi compaiono completamente tutte le informazioni della carta di credito (numero, scadenza ecc. ). In questo caso cancellate qualche cifra del numero della carta riportato sopra la ricevuta prima di firmarla. Se il negoziante non lo consente, meglio cambiare negozio.
Osservate lo sportello ATM quando vi apprestate ad effettuare un prelievo e fate attenzione ad eventuali “segnali” anomali, alla presenza di qualcosa di diverso dal solito. Ad esempio, potreste trovare una tasca laterale che prima non c’era contenente avvisi pubblicitari; dove inserite la carta del bancomat un filo che esce o una sporgenza. Inoltre, mentre digitate il codice segreto con una mano, coprite la tastiera sulla quale state digitando il codice con l’altra mano o con fogli posti a pochi centimetri nella parte superiore.
…….. e nel WEB
La prima regola fondamentale da seguire per prevenire al meglio i furti d’identità è la seguente: non sottovalutare la furbizia dei “ladri” d’identità. Questa nuova tipologia di criminali ha trovato nel Web una fonte inesauribile di possibili “prede” oltre ad una serie di strumenti tecnologici sempre più efficaci per portare a termine il proprio scopo. Se nel mondo reale possiamo riuscire a comprendere se qualcuno ci sta truffando, in quello virtuale è molto più difficile. Le nostre credenziali potrebbero già essere a disposizione di terzi malintenzionati in questo momento senza che noi ne sappiamo nulla.
La protezione dell’identità inizia dalla protezione del computer: antivirus, firewall, antispamming, antiphishing, certificati digitali sono alcuni tra i metodi oggi sempre più utilizzati per prevenire questo tipo di frodi; scaricare e installare le patch (aggiornamenti per eliminazione di errori) rilasciate periodicamente dal produttore ci permettono poi di ricorrere al riparo da eventuali vulnerabilità del sistema stesso.
Quando riceviamo un e-mail e non sappiamo da chi ci proviene non dovremmo neppure aprirla soprattutto quando ci accorgiamo che sono scritte in un pessimo italiano. Anche le web mail vengono riconosciute e tracciate all’esterno, di conseguenza, anche se crediamo di non aprirle con il nostro PC vengono comunque scaricate nella temporary file dove possono compiere ogni sorta di danno. E’ buona norma, dunque, cancellare immediatamente, anche dal cestino , qualunque tipo di e-mail proveniente da sconosciuti perché può dar luogo a uno scambio di informazioni tra il nostro computer e quello di chi ci ha inviato l’amo per farci abboccare.
Non riutilizzare mai la password di account importanti come il vostro conto bancario on line, e-mail, siti di social network e siti commerciali e cambiate la password periodicamente soprattutto quando sospettate che uno dei tuoi account sia a rischio. Non memorizzate alcun PIN, alcuna password, alcun “nome utente” o altri parametri per l’accesso ai servizi delle banche (online o stradali, come i Bancomat, che siano) all’interno dei propri cellulari.Non annotate password in nessun luogo, né cartaceo né elettronico, ma cercate di impararle bene a memoria
Non limitatevi inoltre, quando cambiate password, a modificare solo un paio di lettere o numeri della combinazione precedente ma createne una nuova ogni volta e non utilizzare password intuibili come nomi dei figli, proprio nome, data di nascita propria o dei propri famigliari; queste sono facilmente individuabili, a scapito della privacy e della sicurezza nelle tue comunicazioni via e-mail. Ed ancora non utilizzate mai computer pubblici (di biblioteche, internet point, internet café, etc.) per controllare la vostra e-mail o i vostri conti bancari on line o per effettuare transazioni finanziarie. Infatti, non è possibile sapere se su un computer pubblico sono state installate le patch di protezione appropriate o se il computer è già affetto da un virus. Anche se il computer è aggiornato, le informazioni immesse potrebbero restare memorizzate sul computer e un altro utente potrebbe accedervi successivamente. Evitate di ricaricare il cellulare on line da postazioni internet pubbliche o accessibili ad altri. Può essere rischioso. Cercate di mantenere la vostra e-mail confidenziale e privata e non usatela per iscrivervi a forum, siti Web che non conoscete o social network. Se usate la tua casella e-mail anche o soprattutto per lavoro, ricordatevi di non dare la vostra password a nessuno e non lasciate nella vostra casella e-mail documenti importanti e confidenziali ma copiateli sul vostro computer personale o stampateli e riponeteli in un luogo sicuro.È prudente inoltre visitare siti il cui indirizzo inizi con il prefisso http:/ e verificare che nel sito vi sia il simbolo di un lucchetto o di una chiave non rotta, in basso nello schermo, che indicano un sito sicuro. Verificate il vostro URL: quando siete in rete, prestate molta attenzione all’indirizzo del sito che state visitando sia scritto correttamente dato che è possibile essere condotti a siti fittizi e aggiungete tra i preferiti gli indirizzi che utilizzate frequentemente, evitando così di commettere errori e garantendovi di essere sempre nella giusta home page.
…..e se decidi di entrare a far parte di un social network
Non lasciate che altri vi spingano a fare ciò che non volete fare; se ad esempio un vostro amico “posta” il suo numero di telefono, non siete obbligati a farlo anche voi. Fate attenzione a pubblicare, in genere, informazioni personali come foto della vostra casa, della vostra azienda o della vostra scuola, il vostro indirizzo, la data di nascita e il vostro nome per intero. Scegliete uno username che non contenga alcun dato personale come “Giovanni Roma” o “Lucia Firenze e non usate mai come password informazioni personali come il codice fiscale o la data di nascita ecc. ed utilizzate una password sicura e complessa Aprite un account e-mail separato, che non contenga il vostro vero nome, da utilizzare per inviare e ricevere comunicazioni dai siti web. In questo modo, se volete interrompere la connessione con quel sito, basta semplicemente smettere di usare quell’account. Non scrivete o pubblicate niente che in futuro possa mettervi in imbarazzo. Ciò che viene messo on-line, rimane on-line!Aggiungete contatti ai vostri social network prestando molta attenzione e rendete accessibili le foto personali solo a contatti di cui vi fidate. Utilizzate le restrizioni sulla privacy per limitare l’accesso al vostro “profilo” e tutelatevi quando siete on-line: acquistate un buon antivirus, firewall e anti-spam che proteggano il computer contro software che possono essere utilizzati per ottenere informazioni utili.
DIVENTA L’ALLEATO PIÙ POTENTE DI TE STESSO!!!

Come capire se la propria identità è stata rubata ?

Le società hanno differenti policy per notificare ai propri utenti quando si accorgono che qualcuno ha avuto accesso al proprio database. Si consiglia, comunque, di controllare frequentemente il proprio conto corrente per verificare inusuali o inaspettati accrediti/prelievi. Possono essere considerati campanelli di allarme anche la ricezione di fatture di prodotti o servizi di cui non si è in possesso, la mancata ricezione di resoconti o fatture ; la ricezione di corrispondenza o solleciti di pagamento relativi a finanziamenti o servizi mai richiesti il non funzionamento della carta di credito.
Cosa fare se si sospetta di un furto di identità ?
Innanzitutto bloccare le carte di credito e tutti i conti correnti interessati La prudenza non è mai troppa: è preferibile congelare o cambiare subito i conti evitando di perdere tempo in seguito per contestare acquisti effettuati in modo illecito dal criminale informatico con i tuo i dati.
Contattare il dipartimento di sicurezza o antifrode delle banche o degli istituti finanziari con i quali intercorrono rapporti, comprese le società di emissione di carte di credito, le aziende di servizi pubblici, i provider di servizi Internet e tutti i luoghi in cui la carta di credito viene utilizzata regolarmente, per segnalare eventuali accessi o usi fraudolenti del proprio conto.
Dare seguito alla telefonata con una lettera raccomandata con ricevuta di ritorno.
Modificare le password di tutti i conti on-line, a partire da quelli correlati a informazioni o istituti finanziari.
Se avete il sospetto che la vostra posta sia stata rubata o che sia stata inoltrata una richiesta di variazione di indirizzo a vostro nome, contattate subito le Poste Italiane;
……….e quando si diventa una vittima
Immediatamente dopo aver subito un furto o uno scippo, denunciate l’accaduto al Pronto Intervento (112 per i Carabinieri, 113 per la Polizia di Stato). Recatevi poi negli uffici dell’Autorità di Polizia Giudiziaria e presentate la denuncia, fornendo gli estremi dei documenti che vi sono stati sottratti; se sospettate che qualcuno abbia usato il vostro nome o altre informazioni per effettuare un acquisto a credito o richiedere un prestito contattate la vostra banca per segnalare l’accaduto e valutare se è necessario bloccare tutte le carte di credito;
Presenta una denuncia agli organi competenti. Idealmente la denuncia dovrebbe essere fatta nel luogo dove il crimine si è verificato. Anche se non sei in grado di fornire alla polizia informazioni sufficienti per la cattura del criminale, puoi utilizzare una copia o il numero della denuncia per i creditori nel caso venga richiesta una prova. È possibile che non ce ne sia mai bisogno ma potrebbe anche fare la differenza.
Se sono stati rubati il numero della patente di guida o il codice fiscale sarà necessario contattare, rispettivamente, l’ufficio della Motorizzazione e l’Agenzia delle Entrate. È comunque consigliabile denunciare il furto anche alla propria assicurazione e a qualsiasi organizzazione professionale di settore.
Contattate il creditore, la banca, la compagnia telefonica e l’azienda di servizi pubblici e congelate immediatamente i relativi conti;
Dato che recuperare la propria identità rubata può essere un processo lungo e complicato, è importante prendere nota di tutte le comunicazioni e tenerne una copia. Se pensate che il vostro caso può condurre ad un processo civile, annotate anche quanto tempo utilizzate per risolvere il problema;
Rivolgetevi alle associazioni difesa consumatori per ottenere consigli e consulenza su come agire per risolvere il problema, per verificare la propria situazione ed eventualmente per riconfermare la propria affidabilità creditizia. Le associazioni dei consumatori potranno fornire informazioni, suggerimenti e offrire tutela legale;
……per saperne di più
European Electronic Crime Task Force
E’italiano il progetto della Ectf (European electronic crime task force) il primo centro europeo di analisi e ricerca sui fenomeni di criminalità informatica. Nata a Roma nel giugno del 2009 da un accordo tra il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, Poste Italiane e l’agenzia governativa Usa anti frodi la task force si propone di creare nel vecchio continente uno spazio di condivisione virtuale di informazioni e competenze tra i vari ‘protagonisti’ della lotta al cyber crime: istituzioni, forze dell’ordine, operatori privati, università e, non ultimi, privati cittadini L’obiettivo è quello di garantire che tutte le persone che usano internet lo facciano in assoluta sicurezza e che quelle che sono operazioni normali non diventino occasione di reati.